logopedia comunicazione

Logopedia e comunicazione qual è la loro connessione?

Logopedia e comunicazione: quale potrebbe essere la connessione tra le due parole?
La logopedia è la specializzazione in ambito sanitario che studia, previene e riabilita i disturbi della voce, della deglutizione, del linguaggio orale e scritto e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica.

  • La parola logopedia deriva dal greco “logos/discorso e paideia/educazione”.  Il logopedista tuttavia non si limita ad affrontare le problematiche relative al linguaggio verbale, ma si occupa principalmente di favorire la comunicazione e di migliorare la qualità della vita del paziente all’interno di un progetto riabilitativo del disturbo da trattare.
  • La parola comunicazione deriva dal verbo latino “communico” ovvero mettere in comune: comunicare non può prescindere dalla condivisione.

La comunicazione è, infatti, lo scambio di messaggi tra almeno due soggetti, l’emittente, colui che trasmette, e il destinatario, colui che riceve, attraverso un linguaggio che può essere verbale, para verbale e non verbale:

  • verbale: utilizzo di parole scelte con cura in modo consapevole adattate all’interlocutore, a seconda del contesto comunicativo, con l’obiettivo di costruire un discorso chiaro, comprensibile e persuasivo e che desti interesse e curiosità nell’interlocutore; viene utilizzato un linguaggio più forbito in situazione formale e un gergo più colloquiale in situazione informale.
  • para verbale: modo in cui si dice o si scrive qualcosa. Nella comunicazione orale, gli indicatori sono il tono, la velocità, il timbro e il volume della voce, la prosodia; rispetto al linguaggio verbale la comunicazione para verbale viene utilizzata in modo naturale e meno consapevole dei suoi aspetti.
  • non verbale: modo di porsi attraverso il corpo, quindi la postura, i movimenti, la mimica la posizione occupata nello spazio rispetto all’interlocutore, ma anche il proprio modo di vestire; tutto ciò avviene il più delle volte in modo inconsapevole. Acquisire la consapevolezza degli aspetti non verbali propri e altrui migliora la comunicazione; questi elementi, infatti, rivelano qualcosa di noi e dell’altro che è importante saper leggere per interagire meglio con l’interlocutore e migliorare la vita di relazione.

La connessione tra logopedia e comunicazione è il linguaggio che permette la condivisione di un messaggio tra individui.

Per la persona che balbetta, ad esempio, il problema della comunicazione è tangibile perché egli non riesce a trasferire il suo messaggio, mediante il canale verbale, a causa di blocchi che rendono l’eloquio poco fluente con inceppamenti e ripetizioni involontarie di suoni, sillabe, parole o frasi.

Il balbuziente pertanto ha la necessità di un progetto terapeutico che favorisca il parlare in maniera più fluida, ma soprattutto liberi la sua intenzionalità comunicativa dai blocchi interiori mediante un approccio sia psicologico che logopedico.

La logopedia riesce a liberare la comunicazione?

La logopedia è certamente uno strumento per rieducare il linguaggio verbale e per liberare la comunicazione.
La logopedia e la comunicazione sono legate tra loro da un obiettivo comune, riuscire a trasmettere all’interlocutore con efficacia il messaggio che si vuole condividere.

Il logopedista

  • favorisce nel paziente il fluire delle informazioni mediante un intervento sul linguaggio verbale e facilita l’utilizzo consapevole degli aspetti non verbali che sono determinanti in uno scambio comunicativo;
  • aiuta chi ha dei disturbi del linguaggio a sciogliere e ad articolare in modo fluente e con naturalezza le parole anche mediante tecniche per addolcire il suono delle consonanti o allungare il suono delle vocali;
  • facilita la formulazione del pensiero in situazione di dialogo, di narrazione e di trasmissione di informazioni all’interno di uno scambio comunicativo.

Il potenziamento delle abilità comunicative può essere affidato anche a corsi specifici, strutturati in gruppi, che forniscono strategie per diventare comunicatori efficaci e coinvolgenti in qualsiasi occasione lavorativa o personale.

Aspetti logopedici che aiutano nella comunicazione

Logopedia e comunicazione: la logopedia è al servizio della comunicazione, in quanto cura i disturbi della voce e del linguaggio e interviene per favorire lo sviluppo comunicativo e ridurne eventuali problematiche.

L’approccio logopedico non è incentrato solo su un aspetto meccanico e fonetico e mirato a restituire i suoni corretti delle parole, ma crea uno scambio comunicativo tra paziente e logopedista basandosi anche su alcuni aspetti fondamentali connessi con la comunicazione:

  • L’empatia è un aspetto fondamentale nelle relazioni interpersonali e a maggior ragione nella relazione di cura, in quanto crea una situazione di fiducia reciproca indispensabile per l’efficacia del trattamento. 
  • L’utilizzo del gioco con i pazienti in età evolutiva è fondamentale per creare momenti piacevoli in cui lo scambio comunicativo e il dialogo fluiscono con naturalezza; nel contesto ludico i bambini hanno la possibilità di compiere tentativi efficaci di autocorrezione e di utilizzare le strategie suggerite negli esercizi riabilitativi: perché l’obiettivo non è “parlare bene”, ma farsi capire, quindi, comunicare.
  • Nel bambino in età prescolare la lettura condivisa di storie recitate dall’adulto e messa in scena in forma di dialogo, anche con burattini, favorisce la comunicazione nel rispetto dell’alternanza dei turni di conversazione; inoltre migliora l’esposizione orale nella pronuncia delle parole, nell’arricchimento del lessico e nella strutturazione della frase.
    L’utilizzo della lettura condivisa e recitata in soggetti alfabetizzati favorisce non solo un controllo efficace della voce e della produzione verbale, ma è occasione di condivisione emotiva e di scambio comunicativo. Per i pazienti con difficoltà nella lettura occorre far prevalere lo scambio di informazioni rispetto ad una lettura corretta ad alta voce, per evitare che si crei un motivo di frustrazione; è necessario a tal proposito distinguere in tempi diversi il piacere della lettura silente, per comprendere il testo, da eventuali esercizi logopedici per la decodifica.

*Si ringrazia per l’articolo la dott.ssa Antonella Faggio – Logopedista